Wednesday, October 29, 2008

Maschera


Work in progress, Paperbirds © Luca Cervini 2008


Buio.
Sudore, respiro.
La voce è ovattata, distorta, soffocata.

Odore di colla e vernice.
Cartapesta.
Stoffa attorno al collo.

Movimento del capo.
Lento, innaturale, aggraziato.
Cauto.

Disinibito.

Involucro.
Protezione.
Utero.
Identità.

Maschera.


I lavori per il cortometraggio proseguono.
La mia arte ora è questo progetto, è tutta schiacciata qui dentro. Poca è la forza di proporre nuove opere, basso il desiderio di "fare mercato", completo è il ripudio dei riflettori. Per ora.
A luci spente, creo le maschere che gli attori dovranno indossare.
Un domani le vedrete.

Ho voglia di raccontare.

Saturday, September 20, 2008

Saudade



Saudade, ©2008
70x100 cm
Fotografia, tecnica digitale mista

Saudade è un termine inafferrabile, una parola sfuggente che lascia il sapore del suo passaggio nella bocca di chi la pronuncia.
E' tormento, è abbandono ed è forza, è speranza ed è morte.
E' la continua ricerca di un futuro che filtra tra i ricordi del passato e dona un senso al presente. E' il pianto della nuova vita, è un sorriso volto al domani e una lacrima che ne scorge la fine.
Saudade è l'assenza, la lontananza, il mare.
E' il bisogno soffocato e melanconico di vivere nella materialità dell'esistenza attraverso la continuità di un figlio nato.
Come perdersi nella realtà, o nei ricordi, ritrovandosi nelle parole delle pagine più importanti del nostro essere umani; stretti a quella fragile e incerta speranza che chiamiamo saudade.

Luca Cervini

Wednesday, September 10, 2008

Castelli di carte




Paperbirds è al quarto mese di preproduzione.

Vedo il lavoro fatto per il mio cortometraggio e il risultato mi sembra tutto come un imponente castello di carte. Strato dopo strato, carta dopo carta, costruiamo l'edificio-schermo che conterrà la storia che voglio raccontare.

Ecco che a costruirlo sono mani di persone che si conoscono da poco, mani volenterose, mani giovani, mani molto o troppo occupate, talvolta mani senza un lavoro e mani che hanno voglia di mettersi in gioco, perchè un lavoro già ce l'hanno.
Tutto questo gratis. Nessuno viene pagato e per questo posso solo affidarmi alla volontà di chi decide di seguire il progetto. Tempi che si dilatano e pazienza infinita nonostante il desiderio di vederlo completo.

Oggi, dopo tutti questi giorni passati a costruire - a volte con mano ferma,altre volte con qualche incertezza - guardo in basso e mi accorgo di quanto precaria e utopica sia questa situazione.
Basta un soffio di vento a far sì che tutte le mie speranze crollino a terra.

Mancano un sacco di cose. Collaboratori, spazi dove riprendere, attrezzature.

Guardo in basso, e vedo le carte vibrare con tenera fragilità.
Guardo in alto, e nonostante le paure (tante) e i dubbi, decido di proseguire.

Infondo le carte da giocare sono tante, e se il castello dovesse crollare prima che sia completo...beh.
Due mani per rimettere in piedi le prime carte ci sono sempre.
Poi seguiranno altre mani e altre mani ancora.

E Paperbirds si farà.

Tuesday, August 26, 2008

Ancora sul blocco creativo





Otto.
Otto sono i mesi che sono passati dall'ultima opera digitale che ho realizzato, La Solitudine di Re Mida.
A contarne i giorni sembra ancora più lungo il lasso di tempo che mi ha visto lontano dalla scena artistica.
240 giorni circa.
Duecentoquaranta.

Nel mezzo di questo periodo ho partecipato a una mostra collettiva e ho lavorato molto per il mio cortometraggio, Paperbirds, ancora in produzione.
Per quanto riguarda le illustrazioni non dimentico tutta la parte commerciale che mi ha visto impegnato con le carte da gioco per l'estero (The Illusionist).

Tutto sommato quindi non sta andando male, eppure la mancanza di nuove opere digitali mi lascia un senso d'incompiuto che giorno dopo giorno diventa insopportabile.

Qui nasce una domanda, banale quanto importante.

E' artista anche l'artista che non produce fisicamente delle opere? Penso di sì, ma in questo caso cosa farebbe di lui un artista agli occhi della gente? Solo il proprio passato? (ammesso che ci sia stato un passato nell'ambito artistico). E agli occhi di se stesso?

Torniamo agli otto mesi di silenzio.
Pensavo anche di tornare dalle vacanze carico di nuove idee, come un vero creativo, un grafico, un designer. Di quelli seri, che abbozzano idee sui tovaglioli e fanno brain storming. E invece niente. Niente di niente. Per fortuna.

Apatia artistica. Mi chiedo : Luca, cosa fai per cercare nuovi stimoli? Ti guardi intorno, navighi tra la marea di sensazioni. Guardi il telegiornale, leggi un libro, ascolti musica, parli con la gente, ascolti la gente e ascolti i loro dolori o la loro idiozia. Il flusso di vita ti scorre attorno e tu, prima di sporcare la tua tela digitale, ti fai una domanda e alla domanda non sai dare più una risposta. E la domanda è una parola semplice : Perchè? Anzi. Per chi?

Wednesday, July 23, 2008

Sull'estetica e sul linguaggio artistico [parte 2]


Joel-Peter Witkin. Woman once a Bird (La femme qui fut oiseau), Los Angeles, 1990. © galerie Baudoin Lebon.

Eccomi a scrivere finalmente la seconda e ultima parte di questo dialogo "pubblico" con Valentina, autrice del post sul vecchio blog "il pittore d'emozioni".


Questa volta vorrei essere più diretto rispondendo direttamente alle sue domande.

Valentina scrive : [...]Se è vero che l'arte è una via di espressione (come la scrittura o la musica...), e che quindi: non è né un manifesto pubblicitario, né un logo identificativo...
quanto pensi sia importante il messaggio finale, rispetto all'espressione della propria persona, in un'illustrazione?[...]


Premetto che fatico a chiamare illustrazione un lavoro realizzato con fini artistici. Per me un'illustrazione è un lavoro commerciale, ma potrei anche sbagliarmi. Comunque sia, penso tu ti riferisca a un'opera e in questo caso credo che serva un giusto equilibrio da entrambe le parti : ovvero, esprimere la propria persona attraverso il messaggio finale. Un messaggio soggettivo quindi è il succo di tutto il lavoro. Mentre nella pubblicità non è così, si cerca un messaggio oggettivo e il più possibile vicino al target che dovrà usufruire/comprare il bene in vendita.

Io non mi faccio la domanda "chi vedrà questa mia nuova tavola?" piuttosto "cosa proverà chi vedrà questa mia tavola?". Questo però non influenza il processo di creazione dell'opera, ci mancherebbe. Su questo punto credo siamo entrambi d'accordo. Tu dici che operi per sfogare i tuoi mostri, io forse sono il mostro che sfoga la sua soggettività e la sua visione del mondo sulla tela digitale. Che poi non c'è una grande differenza.

Forse l'ho già scritto, ma lo spettatore per me è importante nel momento in cui è vittima/osservatore del mio operato.

Valentina scrive : Mi piacerebbe conoscere la tua opinione a riguardo.
Le tue ultime opere sono talmente perfette, sia nei contenuti che nella tecnica (dimensioni web permettendo), che mi riesce difficile digerire che tu li faccia solo per la voglia di comunicare qualcosa. E' come se, realizzandole, tu le donassi al mondo perché tanto non ti appartengono. Mi sbaglio, vero?


Sì, ti sbagli.
Ti sbagli perchè le mie opere non sono perfette. (Perfette rispetto quali canoni, poi?). Raggiungere la perfezione significherebbe fare arte senza tormentarsi, divertendosi/provando piacere e basta. Un bel traguardo, ma io ne sono ancora molto lontano.
Non le dono al mondo perchè non mi appartengono. Mi appartengono meno della visione personale che ho in mente prima che essa venga realizzata. Paradossalmente, è come se fossero delle copie.

Spero che questa risposta possa bastarti, Valentina.
E' stato un piacere così come sarà un piacere sentire qualcosa ancora da parte tua.

Wednesday, July 9, 2008

Sull'estetica e sul linguaggio artistico [parte 1]

Alcuni giorni fa ho ricevuto un'e-mail da una gentile ragazza, Valentina, che mi comunica di aver lasciato un commento sul mio vecchio blog - in disuso, "il pittore d'emozioni" - in relazione a un altrettanto vecchio post che avevo scritto nel 2006.
Partendo da questo suo commento, del quale vi riporto qui sotto alcuni pezzi, ho avuto modo ancora una volta di riflettere sul percorso creativo che sto affrontando.

In breve il mio post sul blog in questione parlava della mia insofferenza nei confronti degli artisti che operano egregiamente a livello visivo ma scarseggiano (o sono privi) di contenuti. Bisogna prendere quel discorso nel contesto in cui è stato scritto, ovvero in una fase di transizione in cui proprio dall'illustrazione commerciale mi spostavo verso qualcosa di decisamente differente.
Il senso di tutto questo lo si ritrova nel mio desiderio esplicito di "utilizzare" l'arte come mezzo di comunicazione diretta tra artista e spettatore, attraverso i canali emotivi dell'immagine visiva.

Questa comunicazione per me ha successo nel momento in cui chi osserva l'opera riesce ad immergersi nel mondo che gli propongo, che è il mio umile e personale modo di vedere le cose e NON è la verità assoluta. E in questo mondo io posso diluire realtà e sogno per ottenere alla fine un panorama carico di contenuti. Qualcosa che vada ben al di là della semplice meraviglia iniziale. Un orizzonte più lontano, dove poter emozionarsi e aprirsi all'inconscio (mio e di tutti) di un racconto narrato in una singola immagine.
Certo, poi ognuno ha la sua sensibilità e ognuno interpreta il mio lavoro in chiave differente. Ma questo interpretare è positivo, è stimolante per entrambi. E poi ci sono i simboli, sparsi quà e là come sassi a indicare la strada di un labirinto tanto complesso quanto surreale.

Quante immagini di artisti digitali girano per il web? Quante sono solamente il frutto di virtuosismi tecnici o esperimenti in photoshop tra filtri e plug-in? Cosa c'è dietro questo? L'espressione visiva è solo una valvola di sfogo dopo una grigia giornata d'ufficio, come guardare la tv o leggere un giornale? Qual è la differenza tra un'opera che mostra una bella ragazza che dorme in un letto e un'opera che mostra la stessa ragazza, supina, il cui corpo inarcato si scioglie tra le lenzuola e il suo volto perde acqua dagli occhi e dalle mani? Nel primo non ci viene da ammirare la posa, la situazione, la fisionomia e il suo corpo? Nel secondo invece non ci domandiamo cosa stia succedendo alla ragazza o cosa le sia successo prima di quell'assurda situazione? Non ci chiediamo che significato possa avere l'acqua con le sue simbologie? Quale delle due può avere una storia più stimolante e curiosa da raccontarvi?

Mancherebbe tuttavia il titolo dell'opera, ma il discorso ora diverrebbe un pò troppo ampio, quindi passo direttamente al messaggio di Valentina. Premetto comunque che non è semplice parlare di quello che faccio, ed essendo un essere umano come tutti ho anch'io dei dubbi (tantissimi) e spesso questi dubbi non fanno che frenare il mio lavoro. Se realizzassi "egoisticamente" solo per me delle tavole, forse sarei più "flessibile" e rilassato, ma sicuramente falso con me stesso. Per me (prendetelo solo come parere personale) fare arte significa fare critica, stimolare, colpire, far nascere domande in chi osserva il mio lavoro.

[...]Dal post originale di Valentina.
Quando creo lavori personali - non commissionati, e senza limiti imposti - ben poco mi importa di chi li vedrà, e cosa ne trarrà del mio lavoro... durante la realizzazione.
Inevitabilmente, il messaggio nascosto dietro ad esso sarà intimo, e per i pochi che si identificheranno nello stesso frammento.
Questo mi rassicura anche, se vogliamo...
[...]


Valentina, continueresti a creare illustrazioni digitali se tu fossi l'ultima persona sulla Terra? Io non so se lo farei. Forse no. Non per egoismo, ma perchè il mio creare perderebbe senso. Le opere le visualizzo sempre prima di realizzarle. Se fossero solo per me, che senso avrebbe dannarmi per realizzarle su carta nel modo più vicino alla mia visione? Che senso ha fare una critica o "colpire" qualcuno se sei tu il solo spettatore del tuo lavoro?

Ed è anche per questo che da Dicembre a oggi ho annotato diverse opere, e ancora nessuna di queste è stata realizzata. Ho la bussola rotta e ho bisogno di un nuovo nord dove poter incanalare nuove storie, e magari su nuovi mezzi di comunicazione (come vedi, ho realizzato un fumetto brevissimo e sto lavorando a un cortometraggio). Paradossalmente mi sento nella stessa situazione in cui mi sentivo all'epoca di quel post a cui tu hai risposto : in cambiamento.


Prendo una piccola pausa per rileggere, e per scrivere la seconda parte, tra qualche giorno.

Video dell'esposizione : Umano? Ultraumano.

Finalmente disponibile tramite YouTube il video della serata di vernissage in occasione dell'esposizione collettiva Umano? Ultraumano. Poetica della deformazione. a cura del Laboratorio Alchemico, del 17 Aprile 2008. Il video è stato girato e montato dall'amico Silvio Furian, che ringrazio.



Nel video potete vedere L'Unicorno e Il Tramonto del Re dell'Apparenza, appese su fondo nero.

Thursday, July 3, 2008

Terzo mese


immagine dal web, copyright dei rispettivi proprietari.


Luglio è arrivato, e con esso la decisione che le riprese di Paperbirds cominceranno nel mese di Settembre.
Questo permetterà a me e alla troupe di avere più tempo per lavorare al progetto. Non ho fretta e ciò che realmente mi interessa è rimanere il più possibile fedele alla storia che ho immaginato.

Sarà come immergersi in una mia tavola. Sarà come stare davanti a un quadro che lentamente cambierà la sua forma e ci rivelerà la sua identità e il suo messaggio.

Penso sempre a come comincerà questo film. Ai primi fotogrammi. A come sarà l'impatto emotivo sugli spettatori, quando le prime scene compariranno davanti ai loro occhi accompagnate dalla musica strumentale. Sarà il momento in cui, comparsi i titoli di testa, avverrà in loro la tanto anelata sospensione dell'incredulità. E allora gli spettatori si domanderanno stupiti : chi sono questi paperbirds? come si sentono, che sogni hanno, perchè sono lì? Scoprendo infondo che non sono neanche poi troppo diversi da noi.

Tuesday, June 10, 2008

Dare vita all'immaginario


Immagine dal web, copyright del rispettivo proprietario.


Primo vero messaggio riguardante il cortometraggio a cui sto lavorando, del quale ri-confermo per ora il titolo in inglese, semplicemente perchè suona meglio e lo scrivo tutto d'un fiato : "Paperbirds".

A un mese dalla sua ideazione, soggetto e sceneggiatura sono definitivi e protetti, pronti alla diffusione all'interno della troupe. Beh, posso dire semplicemente che non sarà un cammino facile.

Non sarà facile per due motivi.
Il primo riguarda il mettere insieme e coordinare un gruppo di volontari non pagati, che condividano le medesime passioni e aspirazioni. Lavorare per la gloria è difficile, soprattutto per chi magari un lavoro fisso ancora non ce l'ha. In ogni caso, ragazzi, vi ringrazio pubblicamente e vi dico di tenere duro. Ce la faremo.

Il secondo riguarda il cortometraggio vero e proprio. I costumi sono complessi, l'ambientazione richiede un tocco atmosferico particolare, la storia è così delicata che basta un errore per distruggerla.

Io però mi sono affezionato molto ad essa, e non vedo l'ora che prenda forma realmente, davanti all'obiettivo della videocamera.

Thursday, May 15, 2008

Immagini in movimento


Immagine dal web, © dei rispettivi proprietari.

Prima o poi doveva capitare.

Ho cominciato esplorando il mio universo creativo, passeggiando tra i dubbi e gli esperimenti digitali di un percorso ancora poco chiaro. Poi un giorno guardai quel manichino d'artista che avevo tra le vecchie cose, così posabile e statico, e lo vidi come un involucro silenzioso, la prigione degli impulsi emotivi.

Da lì partii per un viaggio attraverso le emozioni e le paure umane, che giunto all'ultima opera "La Solitudine di Re Mida" trovò una pausa. E un passo laterale, compiuto per tuffarmi nel fumetto, realizzando la brevissima storia "Identità", tutt'oggi inedita (la pubblicherò presto online). Tante sono le storie a fumetti che vorrei raccontare, poco il tempo reale per farle.

Soprattutto quando la creatività ti spazza via come un tornado, quando è lei a decidere cosa si fa oggi o domani o dopo ancora.

La prima volta che giocai con una videocamera avevo più o meno tredici anni. Mi divertivo molto a creare storie che poi avrei "diretto" e interpretato. Scarseggiavano gli attori, quindi dovevo farmi tutte le parti. C'era pure la colonna sonora.

Prima o poi doveva capitare.
Da due settimane sto lavorando al mio primo cortometraggio. Ho pubblicato su diversi forum la mia intenzione di raccogliere membri per la troupe. Giro la mia richiesta anche qui, attori, tecnici, costumiste, operatori. Contattatemi.

Seguirò lo sviluppo del corto attraverso questo blog, per quanto possibile. Un corto che dovrà navigare molto, in mezzo alla tempesta.
Aiutatemi a non farlo affondare.

Wednesday, April 30, 2008

Al vernissage



Due scatti veloci che ricordano un momento della serata del vernissage del 17 Aprile 2008, presso lo Studio Cecchin.

Apprezzo molto ciò che è stato fatto per questa esposizione, e ringrazio tutti coloro che hanno dimostrato interesse e curiosità nei confronti delle mie opere esposte.



Nella foto, da sinistra : Luca Cervini, Marco Andrea Fichera, Massimo Cremagnani.
A breve avremo disponibile tramite YouTube il video dell'inaugurazione girato da Silvio Furian.

Wednesday, April 9, 2008

Mostra collettiva "Umano? Ultraumano"



Da Giovedì 17 a Mercoledì 24 Aprile, esporrò in questa collettiva le opere "L'Unicorno" e "Il Tramonto del Re dell'Apparenza". Salvo contrattempi, sarò presente alla serata d'inaugurazione. Vi aspetto.

Umano? Ultraumano. Poetica della deformazione, mostra d'esordio del progetto curatoriale Laboratorio Alchemico di Nila Shabnam Bonetti, avrà luogo dal 17 al 23 aprile presso lo studio del fotografo Paolo Cecchin. In esposizione le opere di giovani artisti, che insieme al 'padrone di casa', sono impegnati nella fotografia e nella sperimentazione digitale. La mostra vuole mettere in luce il percorso creativo che dalla fotografia analogica si è evoluto nelle nuove forme digitali, traendo vantaggio dalle straordinarie possibilità che la tecnologia ha fornito negli ultimi due decenni. L’obiettivo è quello di gettare un ponte tra passato e presente, mostrando come i nuovi strumenti di lavoro di questi artisti siano tutt'altro che asettici ed evidenziando una certa sintonia con la pittura tradizionale, pur realizzando opere il cui effetto visivo è estremamente innovativo.

I quattordici artisti presenti discutono con le loro opere il tema della deformazione della realtà. La mostra rivela una molteplicità di punti di vista sul tema ed appare evidente, come filo conduttore delle opere, l'indagine psicologica effettuata da molti artisti, che porta davanti agli occhi dello spettatore le visioni interiori dell'artista, tradotte in immagini delicate, curiose, talvolta inquietanti.
L'accompagnamento sonoro inedito, è stato concepito appositamente per la mostra e ispirato dalle opere stesse, con lo scopo di rendere più coinvolgente la visita.

Laboratorio Alchemico è un progetto che nasce nel Novembre 2007 a Milano, da un'idea di Nila S. Bonetti, con la collaborazione di Marco Garegnani. Lo scopo del Laboratorio Alchemico è quello di promuovere l'arte contemporanea, sostenendo i giovani artisti emergenti, attraverso l'organizzazione di mostre personali e collettive.

Friday, March 28, 2008

A me gli occhi



Sleight of Mind © Luca Cervini 2008

Ho deciso di rendere pubbliche e condividere con voi una serie di illustrazioni commerciali che sto realizzando negli ultimi mesi. Si tratta di lavori che andranno a formare un gioco di ruolo cartaceo (quindi sulla falsariga del diffusissimo Magic, ma le carte fanno parte di un mazzo pre-costruito) e che verranno distribuite per il mercato americano in un futuro prossimo.

Il progetto coinvolge diversi illustratori, ad ognuno dei quali è stato affidato uno dei mazzi che compongono il gioco. A me è stato affidato il mazzo "The Illusionist", l'illusionista, il più astratto e surreale. Credo di averne ben chiaro il motivo.

Mi ritengo più che fortunato per ciò che sto ottenendo da questa esperienza professionale, che mi sta permettendo di sperimentare molto, pur cercando di mantenere una certa linearità concettuale tra le illustrazioni tematiche. Le tavole le potete vedere sul sito, nella nuova sezione "Commissioned Artwork"; esse seguono procedimenti di realizzazione diversi - fotografia, acrilico, plastilina, scansioni e tutte trovano lo sbocco finale nel digitale.

Thursday, March 20, 2008

Analisi de "Il Tramonto del Re dell'Apparenza"

























In previsione di una mostra collettiva alla quale parteciperò nel mese di Aprile, nella quale sarà esposta "Il Tramonto del Re Dell'Apparenza" (informazioni più dettagliate nei prossimi giorni) pubblico qui una parte di testo descrittivo di una delle opere che hanno cambiato il mio modo di fare arte, grazie anche all'introduzione della figura del manichino come "seconda pelle".

Tratto dai miei appunti personali :
"Nella presa di coscienza di sé, un uomo abbatte muri inibitori e aspettative basate su principi inesistenti.

La distruzione di questo muro è rappresentata dalla rottura di quell'involucro che dapprima era il Re dell'apparenza e ora altro non è che un fantoccio ridicolizzato e messo a nudo. Appeso per le braccia da lunghe catene tese verso il cielo.
[...]
Nello scenario surreale di un tramonto avviene però il cambiamento.
In lontananza un castello si eleva verso il cielo ma è costruito sulla precarietà, mentre le fiamme, antico simbolo di purificazione, lo logorano.

Ai piedi di questa imponente proprietà vi sono due manichini, ipotetici seguaci del verbo del Re, che si disperano nel tentativo di raggiungere il castello. luogo metaforico di raggiungimento di uno status symbol. Sono muniti però di scale troppo corte e l'impresa si rivelerà vana.
[...]
Un Re che ha basato il suo operato sulla menzogna e sull'estetica. Estetica che la sua corona ci ricorda, grazie alla presenza di innumerevoli occhi.
[...]

Monday, March 10, 2008

Oltre la tela


Lucio Fontana, immagine dal web.


Molti sostengono che il digitale sia un mezzo artistico freddo, meccanico, addirittura inespressivo. Neanche lontanamente paragonabile al sapore del colore tradizionale, allo sporcarsi le mani, all'odore dei diluenti, alla carta fresca, tangibile.

Continuo a pensare che tutto questo sia sbagliato; sono affermazioni ingenue, distaccate. Non si può parlare male del digitale stando solamente dalla parte dello spettatore. Bisogna entrarvi dentro e respirare ogni pixel che compone l'opera che stiamo realizzando. Capire la passione, il dolore, la rabbia che - ammesso che siano presenti - formano il quadro digitale che abbiamo di fronte.

Io, artista digitale, sto vivendo il processo inverso. Oggi il digitale non mi basta più. Non è per freddezza o per mancanza di contenuti. E' per la libertà. La libertà di andare oltre la mia tela digitale, andare oltre i limiti del colore a video, della stampa, andare oltre le etichette che mi classificano in una o nell'altra categoria.

Nessuno storca il naso se un'opera è realizzata al computer, ma storcetelo se è il computer a realizzare e limitare l'opera.

Voglio che nella mia creatività possano coesistere digitale e tradizionale.
Allora non sono un artista digitale, non sono un pittore, non sono un fotografo, non sono un disegnatore. Sono solo quello che realizzo oggi a prescindere dal mezzo utilizzato.

Monday, February 25, 2008

Il sito si rinnova

Piccola ventata di freschezza per il sito, che poco alla volta si rinnova.

Compare il colore, perchè col tempo ho imparato ad apprezzarne l'intensità e il messaggio che può veicolare. Dunque non più solo bianco e nero nel menù del sito, ma una sorta di giallino sobrio ed elegante.

Nuove foto in biography e contact, a breve altri aggiornamenti in events e prints.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ovviamente!

Wednesday, February 20, 2008

I meccanismi dell'arte


fotografia dalla rete

Ingranaggi pesanti e costosi sfregano tra loro muovendo l'immensa macchina del mercato dell'arte.

Coperti da questo frastuono, migliaia di artisti spingono per farsi conoscere, per mostrare le proprie idee illuminate e illuminanti. Gridano e la loro voce si perde tra le pareti delle gallerie, nei portafogli dei curatori, nella saccenza dei critici.

Gli artisti ridono, piangono, inventano, creano, distruggono. Si conoscono, bevono caffè, litigano, si copiano. E il meccanismo gira. Qualche fortunato viene benedetto da una luce superiore e sfonda il mercato o vince concorsi prestigiosi. Quel che è certo è che molti rimarranno nell'anonimato, qualcuno di loro raccoglierà pennelli e tela e dipingerà un fiumiciattolo la Domenica, mentre un altro terrà le sculture in garage, sotto un telo, per non sporcarle. Avranno indubbiamente il portafoglio alleggerito dalle spese per promuoversi, per esporre, per farsi conoscere. E' un investimento per il futuro, diranno poi.

Io ultimamente ho paura a reinserirmi in questo meccanismo.
Sto qui, in equilibrio tra l'anonimato e le quotidiane visite da parte dei navigatori del web che cadono casualmente sul mio sito. Mi concentro sul piacere di fare arte, illustrazione, fumetto o quant'altro. Realizzo tutto e niente. In silenzio. Lontano mille miglia dai rumori di quei pesanti ingranaggi.

Thursday, February 14, 2008

Tabula rasa

Passata l'influenza e con essa l'immensa quantità di tempo per navigare attraverso i pensieri, mi trovo ora di fronte al primo grande ostacolo di quest'anno.

Sapevo che prima o poi ci sarei caduto, era inevitabile.
Bene, diamo il benvenuto al blocco artistico.

Onestamente trovo che questo blocco sia più pericoloso della normale mancanza di creatività. La creatività viene a singhiozzi, ti assorbe e trascina come un'onda, ti accende come un fulmine caduto dal cielo.

Questo blocco mette in crisi il percorso creativo portato sino a La Solitudine di Re Mida. Questo blocco mette in bocca sapori nuovi, sentieri artistici da esplorare. Ho bisogno di esprimermi con nuove opere, sento la sensazione ma è la tecnica a frenarmi. Una tecnica che non mi basta e non mi soddisfa più.

Tabula rasa dunque, facendomi privo di ogni vecchia superficialità.
Rimango prigioniero delle mura di una diga che mi sono autocostruito.
E appena questa diga verrà abbattuta, che possa scorrere presto un potente e tumultuoso nuovo fiume.

Tuesday, January 29, 2008

Identità




Ho terminato qualche giorno fa il mio primo fumetto breve, anzi, brevissimo.

Due pagine che racchiudono risvolti per mille interpretazioni di una situazione apparentemente surreale, in cui una figura mascherata esprime la sua perplessità interiore attraverso la ricerca individuale.
Una strada psicologicamente tortuosa che la costringe (erroneamente?) a fare affidamento a ciò che lei è per il mondo esterno, a ciò che invecchiando è diventata, a come appare agli occhi degli altri.

Il testo narrativo ci accompagna lentamente in questa storia ermetica, mentre la donna protagonista dipinge letteralmente sul muro la propria identità (o il proprio ideale?) nell'arduo tentativo di riconoscersi in essa.

Wednesday, January 23, 2008

Dettagli


L'Unicorno, particolare © Luca Cervini 2007

Spesso le persone che vedono le mie tavole sul web rimangono colpite dall'opera, ma sono dispiaciute per il formato troppo piccolo a video (che effettivamente ruba moltissimi dettagli).

Ecco allora alcuni particolari, a una risoluzione più alta, di alcuni miei lavori. Non è come vederle dal vivo, ma è sicuramente meglio del formato mostrato in rete.


L'Unicorno, particolare © Luca Cervini 2007


La Realtà dell'Artista, particolare © Luca Cervini 2007


La Solitudine di Re Mida, particolare © Luca Cervini 2007

Monday, January 21, 2008

Istruzioni per l'uso



Da un interessante confronto con l'amico Marco Andrea Fichera (sito e blog) , e' nata una semplice ma fondamentale domanda : quanto è necessario accompagnare la visione di un'opera con un testo esplicativo, magari direttamente scritto dall'artista stesso?

Non voglio scendere di proposito nei dettagli, perchè è naturale che un certo tipo di forma artistica sia più o meno ermetica di altre. Generalizzando, però, quanto davvero il pubblico ha bisogno di essere incanalato, accompagnato, verso il messaggio che l'autore dell'opera vuole trasmettere, e quanto invece il pubblico è disposto a metterci di suo?

Quanto tempo spendiamo di fronte a un'opera artistica, e quanto è sufficiente perchè essa possa catturarci emotivamente? Se ci soffermiamo su altre forme d'arte, scopriamo che queste prendono il sopravvento sul nostro tempo, ci impongono di dedicare loro del tempo.

Le performances dal vivo, le video installazioni, il cinema, il fumetto. Un film ci ruba due ore, un fumetto poco meno. Un libro anche mesi.

Ma un'opera d'arte, appesa all'austera parete di una galleria, o visibile tra le pagine di un sito, quanto tempo ci strappa?

Minuti? Secondi? Istanti? Quello che posso consigliare, nel mio piccolo, è di prendere un'opera e osservarla, scomporla, ricomporla e coglierne ogni essenza, prima di passare all'opera successiva. Almeno questo.

Friday, January 18, 2008

Analisi de "L'Unicorno"


























Dai miei appunti personali :

"In una stanza immaginaria, tra pareti sporche e verdastre, vi è una figura antropomorfa seduta in posa, con gli occhi fissi verso lo spettatore. Ha il capo coperto da un leggero velo biancastro, che ne delinea le forme equine. Le braccia e le gambe sono quelle di un uomo normale, ma sembrano uscire e prender forma da un busto e un bacino artificiali. Un busto legnoso, secco, con un grosso buco al centro ; da questo buco fuoriescono ali nere e fiamme.

La figura rimane impassibile mentre ci osserva e si lascia guardare. Forse ha paura e forse sotto quel velo nasconde un'espressione triste o spaventata, ma decide di rimanere ancora lì, impassibile, a guardarci. Ai piedi indossa scarpe femminili, scarpe col tacco. Nella mano sinistra stringe un corno. Un corno lungo e affilato, dai contorni tortuosi e scavati. Un corno che la nostra mente non faticherà a collegare come appartenente alla misteriosa figura antropomorfa, nonchè all'animale leggendario che rappresenta : l'unicorno."


[...]

L'atto di strapparsi il corno non è che il cominciamento di un percorso verso la ricerca di se stesso, in un tentativo disperato di trovare nella sua diversità la normalità di esistere;[...]
E' il rifiuto di una diversità psicologica, che lo rendeva però reale, a favore di un'altra diversità accettata solo dal proprio inconscio.
Mentre ai nostri occhi egli risulta sempre un diverso, un freak deforme e innaturale che trasmette sensazioni di disagio e curiosità in chi lo osserva, dentro di sè c'è la ricerca della perfezione[...]
La leggenda dell'Unicorno vuole che, se privato del proprio corno, l'animale muoia. La perdita del corno è anche la perdita del candore, della verginità, della positività che l'animale rappresenta.[...]
La tavola segue l'onda del mio turbolento percorso artistico individuale che ha origine dapprima come viaggio surreale attraverso le emozioni e il fantastico, e in seguito più concentrato verso l'analisi introspettiva ed estrospettiva delle debolezze di una figura umana mutevole e sofferente. Anche questa tavola ci offre spunti per differenti chiavi di lettura, una lettura che ruota attorno alla sessualità e alla diversità di una figura umana metaforicamente associata all'unicorno.
I resti del corpo legnoso sono dunque probabilmente l'inizio di tutto : la trasmutazione dell'uomo/unicorno è il prodotto della distruzione dell'involucro costrittivo che bloccava il desiderio di rivelarsi nella sua diversità."

Wednesday, January 16, 2008

Pensieri illustrati


Trittico della metamorfosi interiore ©Luca Cervini, 2007

Mesi fa, in una pausa durante la realizzazione de "La Solitudine di Re Mida", fui preso dallo sconforto pensando alla necessità dell'accuratezza richiesta dalla mia tecnica digitale. Lavorando con le fotografie, sei costretto a scontrarti anche con un universo di persone che antepongono la tecnica al contesto che vai a rappresentare.

Se fai un errore di concetto, difficilmente verrà notato dai guru della grafica. Tanto più che molte delle immagini "commerciali" che girano oggi navigano nel mare della banalità, ma troneggiano nell'olimpo della perfezione. Dunque ecco che la prima cosa che balza all'occhio è la realizzazione, l'accuratezza del dettaglio, la risoluzione.

Ma poi, perchè? Non basta che un'immagine coinvolga emotivamente, catturi l'attenzione anche e non solo attraverso il linguaggio visivo? Davvero non sappiamo andare oltre l'estetica delle cose, nemmeno nel contesto artistico?

Tornando a me, in quel periodo realizzai un illustrazione chiamata "Trittico dell'individuo o trittico della metamorfosi interiore", che trovate in testa a questo topic.
Questo lavoro investiga l'ipotetico mutamento dell'essere umano, in tre passaggi introspettivi ; la presa di coscienza dell'esistenza, la conoscenza del mondo esterno e l'accettazione di sè. (Ci sono molte cose da dire su questo trittico, e le dirò magari più avanti).

La tecnica utilizzata è il fotocollage digitale, e a differenza delle mie opere tradizionali, ho lavorato più velocemente e meno accuratamente. Avevo bisogno di una boccata di freschezza.

Monday, January 14, 2008

Fumetti


Photo © Richard Patterson for The New York Times

Per Will Eisner era arte sequenziale.
Per altri solo un hobby per emarginati sociali, per individui chiusi nelle proprie camere buie a disegnare e inchiostrare supereroi.
Per i lettori un mondo incredibile che prende vita pagina dopo pagina, capace di trasmettere sensazioni pari a un film o a un buon libro.

Sono arrivato a 23 anni crescendo anche in mezzo al mondo dei fumetti, talvolta ammirandoli da lontano, talvolta divorando vignette dopo vignette. Americani, italiani, manga. Dai supereroi al fantasy, dal noir allo storico, passando per le amate graphic novel.

Non ho mai avuto la fortuna di frequentare una scuola di fumetto, quindi tanti saluti alla tecnica e alle regole accademiche. Rimane il fatto che ho bisogno di vedere cosa succede quando le mie opere incontrano l'arte sequenziale. Quando la storia non nasce e muore in una sola immagine, ma si sviluppa in più tempi.

Se poi non piacerà, se nessun editore potrà assaggiare e pubblicare ciò che le mie pagine racchiuderanno, pazienza. Io so che ci saranno lettori in grado di apprezzare comunque il mio lavoro.

Credo che se hai qualcosa da raccontare, prima o poi troverai qualcuno in grado di ascoltarti.

Thursday, January 10, 2008

La Solitudine di Re Mida





































La Solitudine di Re Mida, © 2007
Tecnica digitale mista, fotopittura.
cm 70x100

Mitologia e leggenda

Non è una novità affermare che nelle mie opere ci sia una certa influenza data dalla mitologia e dalle leggende. Da sempre sono affascinato da quell'universo immaginario che racconta vicende incredibili, che però sono così vicine agli uomini e al vivere quotidiano.

Le ultime mie tre tavole abbracciano questi mondi e cercano di rileggerli in chiave diversa, dove attraverso le simbologie s'inzuppano di significati e nuovi messaggi.

Ed ecco un Unicorno(L'Unicorno, 2007) ermafrodita nella lotta interiore tra l'accettare la propria diversità con orgoglio e la sensazione di essere un mostro. Re Mida(La Solitudine di Re Mida, 2007) che oltre all'oro, scopre la vergogna e l'umiltà di un istante di solitudine, nel desiderio di ottenere l'inafferrabile.
Icaro (Ritratto d'Icaro, 2007), e il suo coraggio di affrontare e raggiungere un ideale, un sogno, anche a costo della propria esistenza.

Storie lontane che spero ancora oggi possano farci riflettere ed emozionare.

Tuesday, January 8, 2008

Sulla sospensione del tempo





































Dopo più di un anno dalla sua realizzazione, "Sospensione Temporale" rimane una tra le opere più significative del mio percorso artistico, secondo il gusto dello spettatore. La tavola offre la possibilità di essere esplorata attraverso differenti chiavi di lettura, dove questa figura femminile isolata dall'esterno sembra perdersi nelle pagine di un libro, mentre alle sue spalle uccelli incatenati sorgono dall'azzurro e il cielo scioglie il suo tempo su di lei. Dai miei appunti personali :

"Sospensione temporale" congela quell'istante magico in cui i nostri sensi si assopiscono e lasciano che la nostra mente si immerga nei colori e nei sogni più reconditi. Il tempo perde ogni consistenza materiale, si scioglie e piove su di noi lentamente, mentre il nostro corpo, distante dal quotidiano vivere, resta in bilico tra la terra, ovvero il razionale, e il cielo.

Nell'opera, la ragazza sognatrice ha tra le mani un libro aperto. Simbolicamente, è la raffigurazione della propria introspezione che sta avvenendo, tra quelle pagine, parola dopo parola accompagnandola nei segreti dei propri sentimenti. Una lunghissima scala decreta il passaggio tra due stati e sembra tenerla lontana dal reale, dalla vita stessa. Un ombrello sospeso la protegge e richiama la nostra attenzione verso quel momento così delicato.

Monday, January 7, 2008

All'apertura del blog

L'anno nuovo è appena cominciato, e la mia scrivania è già piena di foglietti gialli.
Ognuno di essi vorrebbe gridare la propria importanza, la propria priorità, ma io fingo di non sentire.

Tuttavia ho dei buoni propositi per il 2008, e uno di questi riguarda proprio il blog che oggi ho deciso di aprire e che spero di riuscire a seguire giorno dopo giorno, per molto tempo.

Intendo poi scrivere due righe, quando necessario, per spiegare cosa sto facendo e soprattutto perchè lo sto facendo. Da parte vostra, da parte dei navigatori casuali o affezionati, gradirei ricevere un giudizio, un commento, sulla mia arte, sulle mie illustrazioni o sulle mie storie.

Per fare meglio o per fare peggio. Per emozionarvi, stupirvi, spaventarvi.

Chi sono?

Chi sono?

Mi chiamo Luca e nella vita faccio l'artista.
Che non vuol dire solo dipingere.
O fotografare.
O tutt'e due le cose insieme.

Fare l'artista spesso coincide con un modo di vivere particolare.
Diverso.
Strano.
Intrigante.

Significa anche dare molta importanza alle piccole cose e darne meno alle cose grandi.
E allora eccomi qui.
Parliamo delle piccole cose, così piccole che nemmeno si vedono. Intangibili.

Eppure ci sono.
Un viaggio surreale attraverso le emozioni umane : questo potrebbe essere un ipotetico sottotitolo a contorno di quello che faccio.
Un viaggio, perchè l'arte è cambiamento.
Surreale, perchè per me l'incredibile aiuta a comprendere meglio il quotidiano.
Attraverso, perchè voglio che entriate con me nelle mie rappresentazioni.
Le emozioni umane, perchè infondo siamo umani e viviamo di piccole cose, di paure, di storie da raccontare.

E' difficile racchiuderle in un'immagine o in un testo. Ma sarebbe un peccato non provarci.

Benvenuti nel mio blog,
Luca