Thursday, March 20, 2008

Analisi de "Il Tramonto del Re dell'Apparenza"

























In previsione di una mostra collettiva alla quale parteciperò nel mese di Aprile, nella quale sarà esposta "Il Tramonto del Re Dell'Apparenza" (informazioni più dettagliate nei prossimi giorni) pubblico qui una parte di testo descrittivo di una delle opere che hanno cambiato il mio modo di fare arte, grazie anche all'introduzione della figura del manichino come "seconda pelle".

Tratto dai miei appunti personali :
"Nella presa di coscienza di sé, un uomo abbatte muri inibitori e aspettative basate su principi inesistenti.

La distruzione di questo muro è rappresentata dalla rottura di quell'involucro che dapprima era il Re dell'apparenza e ora altro non è che un fantoccio ridicolizzato e messo a nudo. Appeso per le braccia da lunghe catene tese verso il cielo.
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Nello scenario surreale di un tramonto avviene però il cambiamento.
In lontananza un castello si eleva verso il cielo ma è costruito sulla precarietà, mentre le fiamme, antico simbolo di purificazione, lo logorano.

Ai piedi di questa imponente proprietà vi sono due manichini, ipotetici seguaci del verbo del Re, che si disperano nel tentativo di raggiungere il castello. luogo metaforico di raggiungimento di uno status symbol. Sono muniti però di scale troppo corte e l'impresa si rivelerà vana.
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Un Re che ha basato il suo operato sulla menzogna e sull'estetica. Estetica che la sua corona ci ricorda, grazie alla presenza di innumerevoli occhi.
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