Wednesday, March 4, 2009

Scusate, sono un artista


Sleight of words, 2007 © Luca Cervini


Sono un artista, ma ancora oggi nessuno è in grado di spiegarmi quale sia il significato più puro e incontaminato di questo termine. Mi limito quindi a sussurrarlo piano, con un pò di timore. Perchè tante volte questo termine viene evitato come un tabù o perchè per alcuni "artista" è un appellativo che sono gli altri a doverti dare.
Scusate, sono un artista.

Probabilmente è capitato per sbaglio, deve esser stato sicuramente qualcuno a contagiarmi. Non è colpa mia, credetemi. Forse l'ho scoperto dai libri, o forse era stampato nero su bianco nel mio dna sin dall'inizio. Oppure chissà, magari ho preso il virus dell'artista come si prende un banale raffreddore : camminando per strada.
Sapete, probabilmente avrei potuto fare dell'altro. Un altro lavoro, di quelli che devi fare a mente lucida e con razionalità. Oppure il critico d'arte o il ciarlatano. Sicuramente avrei avuto più ascolti e più seguaci e più soldi in tasca.
Invece no, e intanto la malattia si è pure aggravata. Ho preso il ceppo più malvagio, quello che non s'accontenta solo di farti fare opere. Il mio, che deve essere proprio il più stronzo, si alimenta delle mie creazioni e poi le cosparge di dubbi e insicurezze. E' un virus che ti lascia fermo a pensare tanto, tantissimo tempo, prima di lasciarti comporre qualcosa di nuovo. E poi stop, una volta ottenuto il risultato, ti dimentica nell'oblio per mesi perchè è lì il tuo posto, perchè è proprio quello il posto dei tuoi lavori di nicchia. Poi la scusa va al tempo, che è sempre poco. Di giorno si lavora a qualcosa che ti permetta di vivere, di notte si dorme. Nel frattempo si vorrebbe fare arte.

Comunque sì, oggi mi sento un artista di nicchia.
Perchè in fondo, diciamoci la verità, i miei lavori non sono al passo coi tempi. Non vanno di moda, è palese. Va bè, le immagini sono curate, ma si capisce subito che qui non c'è il pretesto di far vedere come funzionano i nuovi virtuosi strumenti di Photoshop. E' probabile che non finirò nemmeno mai sulla copertina di qualche rivista patinata, nè tantomeno che mi vedrete spesso in giro alle mostre più in. Specialmente se i miei lavori non sono presenti.
E il senso di quello che faccio è così immerso nelle profondità oscure dell'opera che non tutti hanno i polmoni adatti per tuffarsi e poi restare sott'acqua a coglierne ogni sfumatura. Così spesso la gente ne sfiora soltanto la superficie, vi passa sopra e poi concentra la propria attenzione verso lavori più leggibili e commerciali, ma purtroppo vuoti come una parte dell'arte d'oggi. Però fashion, eh. Non importa che siano o meno delle cazzate riscaldate. Il trucco è saper pubblicizzare la propria roba, saperle ricamare addosso il vestitino della festa.

E voi artisti, cosa ne pensate? Quanto tempo e quante energie spendete per promuovere il vostro lavoro?